Una scuola viva: Notte Bianca all'Anco Marzio


È un a scuola viva e vissuta, la sede centrale dell’Anco Marzio la sera del 12 gennaio. Le porte aperte dalle 18 fino alle 24, e non solo per i propri studenti. Una scuola che ha preso vita, animata da studenti di tutto il litorale.

Una serata all’insegna del divertimento e curiosità. Si è potuto assistere a un ballo ottocentesco proprio nel bel mezzo del corridoi principale, dove ogni giorno centinaia di ragazzi camminano. Sul volto dei ragazzi e delle ragazze, si poteva scorgere la loro emozione, celata dall’orgoglio per i loro vestiti. Lunghe gonne colorate e candidi guanti bianchi erano accanto a calzettoni bianchi fino al ginocchio e panciotti maschili.

In un’aula vicino alla palestra, viene dissezionato un cuore, anche se l’indirizzo della scuola è classico. È stata una rivincita contro i pregiudizi delle persone, alcune delle quali pensano che le scuole ad indirizzo classiche sono “chiuse e autoreferenziali”. Sono potuta entrare nella scuola, assistere al ballo in onore di Jane Austen e partecipare a una lezione sui minerali, nonostante non frequentassi quella scuola. Hanno risposto alle cattiverie delle accuse, con la cultura.

Appena entrata nell’atrio, sono stata accolta dalle foto del nostro quartiere, del nostro mare, della nostra pineta. Foto di onde al tramonto, del fumo dell’incendio che si confondeva con l’alba, dei rivoli di onde schiumose. Erano incorniciate davanti a me. “Non potevo essere accolta in maniera migliore” pensai, mentre salutavo Aldo Marinelli, autore di quello spettacolo.

Giravo per la scuola, indisturbata, senza paura di incontrare nessuno di poco piacevole. Le persone intorno a me ridevano, scherzavano ed erano felici. Felici di stare dentro la scuola. Nonostante tutti i compiti per il giorno dopo o le centinaia di interrogazioni da sostenere. Loro erano felici, davvero. Erano fermi in una fila lunghissima ad aspettare il loro pezzo di pizza riservato, sorridenti.

Nella piccola biblioteca, era allestita una mostra dedicata a Van Gogh. Lungo il corridoio antistante, foto dei suoi dipinti erano affiancate a disegni fatti dagli studenti. La differenza era lieve, e l’allestimento contribuiva a rendere quella mostra più veritiera. Stelline dorate scendevano dal soffitto e gli scaffali erano ricoperti da veli gialli e blu. Sembrava una vera mostra, pensata e arredata con intelligenza e non una biblioteca spoglia, immagino. Un ragazzo travestito da Van Gogh si aggirava per i corridoio del liceo, fermandosi qua e là per scattare qualche foto.

Aule dedicate alla creazione di mosaici, riproduzioni di opere greche riportate nel nostro tempo, caffè letterari e vari tipi di teatro. In una, in particolare, c’era scritto “futuro” in nero su un grande telo bianco. Dei ragazzi stavano presentando il loro spettacolo teatrale, andato già in scena. Parlavano di una replica futura, e dell’importanza di ognuno di noi all’interno del proprio quartiere. “Tutti possono fare qualcosa per i nostro quartiere. Basterebbe anche solo donare una parte di noi, la migliore, per fare in modo che anche altre persone lo facciano”, dicevano.

Si dia il caso, che tra quei ragazzi, c’ero anche io.



È stata una vittoria, l’altra sera. La scuola ha preso vita, e tutti sono stati felici là dentro. Professori, ragazzi, genitori, studenti, non hanno avuto più importanza quei ruoli per quelle ore. La felicità è stata più forte, li ha surclassati.



Anche se non era la mia scuola, e la maggior parte delle persone che vedevo accanto a me non le conoscevo, uscendo da quella scuola e dando un ultimo sguardo a quelle foto ho pensato: “E’ questa la mia comunità”.



Le vittorie vanno ripetute, e il prossimo anno saremo di nuovo lì.

Silvia


Commenti

  1. In questo link potete trovate il video realizzato da Aldo Marinelli della Mia Ostia sulla Notte Bianca

    https://youtu.be/xfPA8ye9ixc
    (copiate questo link)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Yara, 26/11/2010 - 26/11/2018

Per non dimenticare Amatrice e L'Aquila - parte 5

Responsabilità di voto di una (quasi) neo diciottenne