Una scuola viva: Notte Bianca all'Anco Marzio
Una serata all’insegna del divertimento e curiosità. Si è
potuto assistere a un ballo ottocentesco proprio nel bel mezzo del corridoi
principale, dove ogni giorno centinaia di ragazzi camminano. Sul volto dei
ragazzi e delle ragazze, si poteva scorgere la loro emozione, celata dall’orgoglio
per i loro vestiti. Lunghe gonne colorate e candidi guanti bianchi erano
accanto a calzettoni bianchi fino al ginocchio e panciotti maschili.
In un’aula vicino alla palestra, viene dissezionato un cuore,
anche se l’indirizzo della scuola è classico. È stata una rivincita contro i
pregiudizi delle persone, alcune delle quali pensano che le scuole ad indirizzo
classiche sono “chiuse e autoreferenziali”. Sono potuta entrare nella scuola,
assistere al ballo in onore di Jane Austen e partecipare a una lezione sui minerali, nonostante non frequentassi quella scuola. Hanno risposto alle
cattiverie delle accuse, con la cultura.
Appena entrata nell’atrio, sono stata accolta dalle foto
del nostro quartiere, del nostro mare, della nostra pineta. Foto di onde al
tramonto, del fumo dell’incendio che si confondeva con l’alba, dei
rivoli di onde schiumose. Erano incorniciate davanti a me. “Non potevo essere
accolta in maniera migliore” pensai, mentre salutavo Aldo Marinelli, autore di
quello spettacolo.
Giravo per la scuola, indisturbata, senza paura di
incontrare nessuno di poco piacevole. Le persone intorno a me ridevano,
scherzavano ed erano felici. Felici di
stare dentro la scuola. Nonostante tutti i compiti per il giorno dopo o
le centinaia di interrogazioni da sostenere. Loro erano felici, davvero. Erano fermi in una fila
lunghissima ad aspettare il loro pezzo di pizza riservato, sorridenti.
Nella piccola biblioteca, era allestita una mostra
dedicata a Van Gogh. Lungo il corridoio antistante, foto dei suoi dipinti erano
affiancate a disegni fatti dagli studenti. La differenza era lieve, e l’allestimento contribuiva a rendere quella mostra più veritiera. Stelline dorate scendevano dal soffitto e gli scaffali erano
ricoperti da veli gialli e blu. Sembrava una vera mostra, pensata e arredata
con intelligenza e non una biblioteca spoglia, immagino. Un ragazzo travestito
da Van Gogh si aggirava per i corridoio del liceo, fermandosi qua e là per
scattare qualche foto.
Aule dedicate alla creazione di mosaici,
riproduzioni di opere greche riportate nel nostro tempo, caffè letterari e vari
tipi di teatro. In una, in particolare, c’era scritto “futuro” in
nero su un grande telo bianco. Dei ragazzi stavano presentando il loro
spettacolo teatrale, andato già in scena. Parlavano di una replica futura, e
dell’importanza di ognuno di noi all’interno del proprio quartiere. “Tutti
possono fare qualcosa per i nostro quartiere. Basterebbe anche solo donare una
parte di noi, la migliore, per fare in modo che anche altre persone lo facciano”,
dicevano.
Si dia il caso, che tra quei ragazzi, c’ero anche io.
È stata una vittoria, l’altra sera. La scuola ha preso vita,
e tutti sono stati felici là dentro. Professori, ragazzi, genitori, studenti,
non hanno avuto più importanza quei ruoli per quelle ore. La felicità è stata
più forte, li ha surclassati.
Anche se non era la mia scuola, e la maggior parte delle
persone che vedevo accanto a me non le conoscevo, uscendo da quella scuola e
dando un ultimo sguardo a quelle foto ho pensato: “E’ questa la mia comunità”.
Le vittorie vanno ripetute, e il prossimo anno saremo di
nuovo lì.
Silvia
Silvia
In questo link potete trovate il video realizzato da Aldo Marinelli della Mia Ostia sulla Notte Bianca
RispondiEliminahttps://youtu.be/xfPA8ye9ixc
(copiate questo link)