Ostia di tutti: anche tua
Per questo post vorrei fare una breve introduzione:
Per chi non la conoscesse Ostia è un quartiere di Roma.
Difatti, viene definita anche "Il mare di Roma".
Denigrata da quasi tutti i romani, l'estate viene presa
d'assalto dagli stessi. Negli ultimi anni al centro di problematiche legate
alla mafia. Ma Ostia non è solo questo.
Ecco un breve racconto che ho scritto per i Social Days,
un festival auto-organizzato da giovani ostiensi all'insegna della cultura.
Seduta sul treno, sento le persone lamentarsi intorno a
me. Il loro vociare mi entra nelle orecchie e mi infastidisce.
Sento solo lamentele: sulle buche, sui rifiuti, sui
ritardi del treno, persino le condizioni climatiche di quel giorno sembrano
essere a causa di Ostia.
Due donne davanti a me parlano del mare. Cerco di captare
qualche commento positivo ma niente. Le uniche parole che escono da quelle
bocche sono parole che denigrano Ostia. Dicono che il mare è sporco, è inquinato.
Stanno progettando viaggi estivi “non vedo l’ora di andare a un mare decente”.
Discutono sulla Sardegna, sulla Sicilia, persine l’Adriatico ispira di più. Il
discorso si sposta sulle spiagge. Sporche, con rifiuti ovunque, persino “la
sabbia si attacca dappertutto”.
“Tanto non cambia
nulla” dicono.
“Intanto comincia a fare tu il primo passo” rispondo.
“Perché proprio io? Ci sono cento mila persone ad Ostia
che potrebbero farlo prima di me”.
Scendo dal treno, e mi dirigo verso il mare. Dopo essermi
fatta quasi tutto il lungomare, trovo una spiaggia libera ed entro. La
passerella quasi non c’è più. Pezzi di legno sono sparsi intorno. È nuvoloso,
ma questo non ha di certo impedito ai bagnanti di esserci. Cammino, sperando di
evitare ogni possibile ferita ai piedi. Vedo una pattumiera, e tutt’intorno
rifiuti sparsi.
Vedo un signore accendersi la sigaretta, e gettare via il
pacchetto vuoto. Con noncuranza, senza vergogna, quasi sentendosi potente per
averlo fatto. Mi chiedo, ripensando a quelle signore sul treno, come facciano
le persone a dare aria alle parole inutilmente. Sono loro le prime a non
alzarsi dall’asciugano per buttare la confezione di un gelato. Per pigrizia
forse, o forse per ignoranza e menefreghismo. Ancora peggio.
Continuo a camminare, cercando di arrivare a riva,
provando a dimenticare quello appena visto. La giornata è ventosa e il calmo
mare di ieri, ha lasciato il posto a onde agitate. La loro schiuma bianca si
infrange sul bagnasciuga.
Mi siedo. Osservo il mare.
Lo spazio che vorrei a Ostia è un posto in cui le persone
siano umili, altruiste e coraggiose. Essere umili e ammettere che sì, ci sono
dei problemi, e devono essere risolti.
Essere altruisti verso l’altro, verso l’ambiente. Non girare
lo sguardo quando un gruppo di volontari stanno pulendo una spiaggia. Non
guardarli con ammirazione soltanto, ma aiutarli. Scendere in spiaggia,
arrotolarsi i pantaloni e chiedere “vi serve una mano?”.
La pineta Foto by Facebook @La Mia Ostia |
Servono persone che al primo “tanto le cose non
cambieranno mai”, lottano. Combattono contro questa stupida frase fatta e
dimostrano a tutti che le cose possono essere cambiate. Ostia è stata
distrutta, e ora deve essere ricostruita.
Noi siamo Ostia. Io sono Ostia e anche tu. Perché la devi
rovinare? Non la insultare. Non degradarla. Non umiliarla.
Perché non l’aiuti? Devi gettare i rifiuti nei cestini,
non dove ti capita. Perché non fai quello che potresti fare per Ostia? La tua
Ostia. Il posto in cui sei nato. Non un luogo in cui vai in vacanza e che forse
non vedrai mai più.
Stiamo parlando della tua vita, dei tuoi bisogni e
desideri. Stiamo parlando della tua casa, della tua scuola, del tuo lavoro, dei
luoghi in cui porti tuo figlio e del mare. Questo grandissimo dono che abbiamo.
Il mare. Ci sono persone che lo sognano per tutta la vita, che forse non lo
vedranno mai. Perché lo devi distruggere?
Osservo le onde infrangersi a riva. L’aria marina mi sfiora
le narici e mi sento a casa. La salsedine è nei miei capelli e sulla mia pelle.
Sposto lo sguardo, in lontananza, dove il mare si confonde con il cielo. Per un
momento mi sento bene, ma solo per un secondo. Poi si ricomincia a lottare.
Perché dove le istituzioni non arrivano, arrivano i
giovani e i cittadini.
Silvia
Silvia
Brava Silvia!!! Continua a scrivere!!! Nelle tue parole c' è il futuro speriamo ti leggeranno in tanti.
RispondiEliminaBravissima! Bellissimo scritto. Giovani cone te sono la speranza per un futoro migliore della nostra società. Questi scritti andrebbero condivisi con molte persone affinché tutti possano leggere e ....riflettere e...cambiare
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