Castel Sant'Angelo #primadomenicadelmese
Approfittando dell’ingresso gratuito ai musei nella prima
domenica del mese, siamo andati a visitare Castel Sant’Angelo.
Per i romani Castel Sant’Angelo è da sempre un simbolo
della loro città. Posto sulla sponda destra del Tevere, offre una bellissima
fotografia per i turisti.
Da sempre legato ad emozioni come entusiasmo e impazienza
per i pellegrini giunti in visita al Vaticano. Perché loro sanno che dopo
l’immensa fortezza, si cela via della Conciliazione e la sontuosa Basilica di
San Pietro.
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Noi romani ci siamo sempre passati accanto, lo abbiamo sempre visto dai nostri finestrini fermi sul traffico del Lungotevere. Ma chi di noi lo ha mai visto da dentro? Chi sa la sua storia lunga migliaia di anni?
I più curiosi di noi, che da bambini si sono fatti
coraggio e sono entrati in quelle stanze buie e prigioni spaventose, sanno che
Castel Sant’Angelo è collegato alla Basilica San Pietro tramite un passaggio. Un
corridoio lungo 2 chilometri permetteva al Papa di scappare in caso di pericolo e
rifugiarsi nella sua fortezza.
Ma la funzione di Castel Sant’Angelo nel corso dei millenni
non è stata solo questa.
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Costruito nel corso della storia, sono visibili sulla pietra vari livelli che sono stati aggiunti negli anni.
Nel 125 d.C fu eretto dall’imperatore Adriano il primo
livello, concepito come mausoleo funebre. Ospitò le sue spoglie e quelle degli
imperatori romani Adriano, Marco Aurelio, Settimio Severo e Caracalla. Fu
costruito anche un ponte che potesse collegare il mausoleo all’altra sponda del
fiume, Ponte Elio.
Il mausoleo venne chiamato Mole Adriana. Ma perché nel 590
d.C. cambiò nome in Castel Sant’Angelo?
La storia è assolutamente particolare e intrigante. Si direbbe
quasi che sia una favola, tanto da essere raccontata ai bambini.
Difatti in quell’anno, Roma venne afflitta da una grave pestilenza. E durante una processione papa Gregorio I ebbe la visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. Venne interpretata come la fine della pestilenza, ed è proprio quello che avvenne poco tempo dopo.
Per questo motivo, posero sul punto più alto del castello
una statua di un angelo che rinfodera la sua spada. Ancora oggi, quella statua
è il simbolo del castello e del suo nome.
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Se prima, la sua funzione era quella di un mausoleo, più
avanti l’edifico fu incluso nelle mura Aureliane e divenne una fortezza contesa
tra varie fazioni di famiglie romane. L’ultima famiglia romana ad avere il
possesso sulla fortezza furono gli Orsini. Ed è proprio grazie a loro venne
costruito il passaggio di collegamento tra Castel Sant’Angelo e la Basilica. Prese
il nome di “Passetto di Borgo” e non più “passaggio segreto del papa” per tutti
noi bambini.
Dal 1378 la fortezza passò nelle mani della Chiesa per
sollecitare l’attuale papa Urbano V a far rientro a Roma e di lasciare l’esilio
avignonese.
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Nel 1379 Castel Sant’Angelo quasi venne raso al suolo dalla popolazione inferocita contro i militari francesi in presidio alla fortezza e al papa. Da questo momento in poi, da piccola fortezza, Castel Sant’Angelo divenne una vera roccaforte militare.
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Alessandro VI Borgia incaricò di ristrutturare la struttura aggiungendo quattro bastioni dedicati ai santi Evangelisti, fu ricostruito il ponte sul Tevere, e il castello fu arredato in una sontuosa reggia dove il papa amava offrire banchetti, feste e spettacoli teatrali. Venne costruito un nuovo appartamento lussuoso e fu scavata una fossa con le acque del Tevere tuttintorno al castello.
Lo stesso papa fece costruire la Stufa, ovvero un bagno privato molto lussuoso, ornato con affreschi lungo tutte le pareti. Ancora oggi è visitabile ed era presente una grande vasca dove poter immergersi. L’acqua era versata da una bronzea Venere nuda, ora andata perduta.
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Nel 1527 durante il saccheggio di Roma da parte dei Lanzichenecchi, il Passetto di Borgo permise a papa Clemente VII di scappare a Castel Sant’Angelo. Qui rimase per sette mesi, resistendo all’assedio delle truppe francesi.
Successivamente, Castel Sant’Angelo fu dotato di prigioni
speciali, antievasioni, anguste, buie, tetre. Era quasi impossibile evadere e
uscirne vivi. Solo una persona in tutta la storia del castello riuscì ad
evadere: Benvenuto Cellini.
Durante una festa, l’artista evase calandosi dalle
mura con un lenzuolo annodato. Riuscì a scappare ma fu catturato nuovamente. Rimase
a marcire nella sua cella un altro anno prima di ricevere la grazia dal papa
successivo.
Solo una cella era dedicata a persone illustri ed era
dotata di tutti gli agi. Le
altre, erano molto temute e molte persone vi persero
la vita.
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Molte di esse furono per mano dei Borgia come nel caso del cardinale Giovanni Battista Orsini. Fu incarcerato con l’accusa di aver cercato di avvelenare il papa Alessandro VI Borgia. La madre e l’amante del cardinale andarono dal papa e in cambio del cardinale, portarono in dono una rarissima e preziosissima perla. Lo scambio venne accettato, complice l’ossessione dei Borgia per le perle. Il papa prese la perla e venne riconsegnato il cardinale: morto però.
Fino all’unità d’Italia Castel Sant’Angelo ospitò carceri
e carcerati illustri.
Successivamente fu ristrutturato dal Genio Militare e ospitò
il loro Museo dell’Ingegneria Militare .
Ad oggi, Castel Sant’Angelo è entrato a far parte del Polo
Museale del Lazio.
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Nel 2016 è stato visitato da più di un 1 200 00 persone.
Ma qual è il segreto del suo fascino?
Storie celate dietro ogni corridoio, trappole anti
evasione in ogni piano, celle spaventose, appartamenti lussuosi e fortezza militare
medievale che si affaccia sulla più grande chiesa del mondo, San Pietro.
Oppure si può dire che Castel Sant’Angelo è Roma. E potrebbe
bastare solo questo.
Come raggiungere Castel Sant'Angelo:
Da Porta San Paolo autobus n23 direzione Clodio e scendere alla fermata Traspontina/Conciliazione
Da Ottaviano (Metro A) e 15 minuti a piedi
Silvia
Silvia
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