Pensieri marini quotidiani

Buonasera a tutti lettori,
oggi vorrei condividere con voi alcuni miei pensieri. Non sono articoli, come i precedenti, ma sono delle riflessioni messe su carta e condivise con voi.
Spero che le possiate apprezzare!

L’altro giorno in classe, c’era silenzio. Si sentiva solamente il rumore di qualche matita che scriveva sui quaderni. Ogni tanto un leggero brusio arrivava dai banchi in fondo. Ero concentrata sui numeri, quando ho sentito quel rumore così familiare, sfiorarmi l’udito. Sapevo già in che direzione volgere lo sguardo.
Guardai fuori dalla finestra e sentii il mare. Proprio qui, dentro di me. Mi ha accarezzato l’udito, come una mano materna che richiama il proprio cucciolo nel nido. In un momento così ordinario, noioso quasi, il mare mi stava dicendo: “ei, ricordati sempre che io sono qui”.
Il mondo si è fermato. Si sono fermate le macchine nelle strade. I bambini nella scuola accanto hanno smesso di urlare. Il caos della vita si è fermato; per dare spazio al mare. Per dare spazio a quella parte di noi più nascosta. Quella che si nasconde dietro tutte le lamentele che facciamo di questo quartiere. Quella parte di noi, è ciò che ci tiene attaccati a questo posto, a questo mare. Guardatelo. Come potremo lasciarlo? Come potremo andarcene? Osservate come luccica sotto i raggi solari. Fermatevi per una attimo la vostra caotica vita per ascoltare questo suono di casa. 
Fatelo, ne varrà la pena.
Solamente quando darete ascolto a quella parte di voi, quella che ama questo mare, riuscirete a vivere serenamente nonostante i problemi. Dategli spazio. Lasciate che il rumore delle onde si insinui dentro di voi, e lasciatevi trasportare. Lasciate che il mare con le sue onde, levighi la pietra in cui è intrappolato il vostro cuore, fino a sbriciolarla.

Osservavo sempre il mare, il primo anno di scuola. Si vedeva benissimo dal corridoio del secondo piano, così ci andavo. Potevo restare anche tutta la ricreazione a fissarlo, a vedere il suo luccichio da lontano. Mi sembrava una cosa così bella e.. particolare. Gli anni successivi però, persi questa abitudine. Ormai per me era diventata normalità. E credo che sia proprio questo il motivo per cui il mare mi ha chiamato l’altro giorno. 
Ora ho capito. Poter vedere il mare da scuola, è un dono immenso. E quasi nessuno ha questa fortuna. Dobbiamo capirla a pieno, e godercela per tutti quei ragazzi che non possono.

Ci sono delle fessure attraverso i palazzi del lungomare. Se foste in spiaggia, proprio in quel punto, vicino a quel sassolino, e guardaste verso quelle fessure, mi vedreste. Su un banco di scuola, che scrivo, cercando di far irrompere il rumore del mare nella mia testa. Tra quindici minuti suonerà la ricreazione, e andrò nel corridoio del secondo piano.
Venite con me.
Silvia

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